C.G. Jung parla di 3 forme di educazione:
La prima è L’educazione attraverso l’esempio, essa opera in modo del tutto inconscio perciò è la più antica e anche la più efficace.
La seconda è l’educazione in base a regole, principi e metodi, i quali sono criteri collettivi e sono da considerarsi validi e utilizzabili da un certo numero di individui e gruppi.
Questi creano una certa uniformità, in quanto per contagio, l’esempio della massa esercita un influsso costrittivo, a lungo andare ciò però può schiacciare le persone che non possiedono una sufficiente forza di carattere. Un’educazione collettiva può causare gravi danni all’indole individuale.
La terza forma di educazione descritta da Jung è L’educazione individuale:
le regole, i principi e metodi passano in secondo piano a favore dell’intento di sviluppare la personalità peculiare dell’individuo.
Questa forma è indicata ai bambini che oppongono efficacemente resistenza all’educazione collettiva, che hanno bisogno di essere considerati nella loro individualità.
In questi casi i principi educativi generali possono rivelarsi inutili se non dannosi.
Spesso si tratta di bambini nevrotici, in casa hanno acquisito atteggiamenti che li rendono inadatti alla collettività, è quindi necessario trovare una via d’accesso alla loro particolare psicologia per poterla influenzare.