. È difficile dire dove si trovi il principio del suo movimento, dato che non ha né pinne né piedi, fugge come un ombra, svanisce magicamente. Penetra sotto terra come fosse assorbito dalla terra stessa, è un’immagine che si radica nell’inconscio più remoto, un simbolo motore. Il serpente suscita un’emozione primitiva suscitando agitazione nell’animo; alla paura si unisce anche la ripugnanza, esso è collegato ai divieti sessuali e anali. Il serpente simboleggia anche la ripugnanza del freddo, il freddo del pesce e quello del rettile che però non hanno la stessa funzione immaginaria, il pesce difatti non provoca ripugnanza. Quella del serpente è una psicologia del freddo, uno dei massimi tabù dell’immaginazione umana. Mentre il calore fa nascere le immagini, si può dire che il freddo non viene immaginato, il freddo cadaverico è infatti, un ostacolo per l’immaginazione. Il serpente ci ghiaccia il sangue nelle vene, ce lo immaginiamo che dà la vita e la morte, molle e duro, dritto e curvo, immobile o fulmineo. L’oggetto reale ha una potenzialità poetica solo grazie all’interesse appassionato che riceve dall’archetipo, così ci si stupisce della forza del flusso di immagini provocata dall’archetipo del serpente.
Esso è il segno del male sotterraneo e del male morale, l’essere macabro e il seduttore. Il serpente è nell’uomo, è l’intestino, con simili immagini si attinge a uno strato inconscio profondo e arcaico. Un serpente cosmico è tutta la terra, è il suo fuoco vitale, una mostruosità originaria, l’essere terra intima e seduzione sfavillante. Il serpente nell’antico testamento viene condannato a mangiare la terra, diverrà la materia prima di tutte le cose, assumendo il rango di immagine primaria, immagine della materia terrestre. Esso è un simbolo che unisce la terra forte e la terra preziosa, unione di forza e di valore. L’immagine del serpente che si morde la coda (uroboros) è un simbolo dell’eternità, reveries dell’anello, di cui è una realizzazione animale. Il veleno apporta guarigione e giovinezza, è la dialettica materiale della vita e della morte, la morte che scaturisce dalla vita e viceversa, conversione infinita della materia. Si tratta di un serpente che si è punto e che ha tratto una nuova vita dal proprio veleno per rendersi immortale, l’essere che è fermento per se stesso ha vinto l’inerzia. Il serpente produce una nuova pelle, il suo essere è profondamente rinnovato, per questo ringiovanimento il rettile si nasconde e di qui viene il suo mistero. Infatti il serpente è considerato l’animale magico, misterioso, l’animale-metamorfosi. Ogni serpente che non venga ucciso accidentalmente vive mille anni e si trasforma in drago. Analizziamo ora i verbi avviluppare e insinuarsi, la forza dell’essere che stringe e che avvolge, in cui l’immaginazione è sospesa tra il disgusto e l’attrazione. La sua aggressività avvolgente, è impossibile osservare questo animale che scivola senza seguirlo nel suo scivolamento, nel suo insinuarsi. La lotta contro il rettile interno, contro l’intimo nemico che oscilla dentro il corpo. Il serpente è il sotterraneo in rilievo, il completamento vivo del labirinto. Ogni essere che striscia ha una parentela con il serpente, il verme è spesso abbozzo di un rettile, anche la fiamma viene paragonata alla vipera, il formicaio è associato al serpente, in quanto nasconde un tesoro che è custodito da un serpente.