I problemi che una volta venivano affrontati dai familiari, dagli amici, dal medico o dal sacerdote, ora si sono spostati nel dominio della psicologia.
Con il crescere di una mentalità più aperta nei confronti di questa disciplina, il numero e la varietà dei problemi umani ritenuti di carattere psicologico, si è ampiamente esteso e andare dallo Psicologo non è più considerato strano o disonorevole, come era un tempo. In fondo cercare un aiuto psicologico non è tanto diverso dal cercare un aiuto per problemi medici.
Ad esempio: A. ha 28 anni, dopo aver dato alla luce il suo primogenito, ha cominciato ad essere depressa, sempre stanca e con la “sensazione di non farcela”; per di più il sonno è diventato leggero e poco riposante. Ha fatto una cura ricostituente, ma i disturbi sono peggiorati e la donna per diverso tempo, ha trascorso intere giornate in casa, spesso piangendo.
Le è stato consigliato di rivolgersi ad uno Psicoterapeuta, ci è andata con riluttanza, pensando che non sarebbe riuscito a fare un granché per lei ma poi ha sentito che questi poteva comprenderla ed aiutarla. Ha avuto una serie di incontri, durante i quali ha parlato molto ed alla fine si è sentita scaricata, ma anche rasserenata. In concomitanza e per breve tempo A. ha preso uno psicofarmaco, come supporto nella fase più critica ed ha potuto poi ricominciare a condurre una vita normale, dedicandosi al figlio ed alla famiglia.
Quando si parla di problemi psicologici, è un po’ difficile considerarli con un certo distacco: già il solo riconoscerli coinvolge la persona e può dare un senso di inadeguatezza e di vergogna. Il paziente può sentire di avere dei problemi che limitano la sua vita di ogni giorno.
Lo Psicologo dal canto suo, ascolta attentamente e cerca di stabilire insieme a lui/lei la gravità di questi problemi, qual’è la loro specifica fisionomia e natura e se è il caso di iniziare una terapia adeguata.
I COMPITI DELLO PSICOLOGO
I compiti principali dello Psicologo Psicoterapeuta sono la diagnosi e la terapia, in entrambi i casi il colloquio clinico, è lo strumento fondamentale.
Inizialmente, esso ha lo scopo di raccogliere i dati del paziente per avere un quadro preciso della situazione e poter quindi, formulare una diagnosi. È in genere quanto avviene nei primi tre o quattro incontri ed ha la funzione di organizzare i successivi interventi.
Il colloquio, permette al paziente di guardarsi dentro, per fare una scelta di vita adeguata alle proprie esigenze e possibilità, oppure per risolvere i problemi emotivi che lo assillano e lo disturbano. Questo avviene di solito, in un secondo momento e richiede un tempo più prolungato.
I bisogni e i problemi della persona sono comunque al centro dell’attenzione dello Psicologo e già nel primo incontro si ha un “effetto terapeutico”. Attraverso il colloquio clinico, si vuole conoscere non tanto e non solo i dati reali della vita del paziente quanto piuttosto il suo modo di percepire e di reagire agli avvenimenti della vita. Non hanno quindi, molta importanza gli avvenimenti come sono in realtà, ma come sono stati filtrati dalla persona nella sua esperienza individuale.
D’altronde che importanza può avere sapere che, obiettivamente, non c’è nessun pericolo ad entrare nella cabina di un ascensore, se invece, il paziente riferisce che, in circostanze del genere, viene assalito da un’incontrollabile angoscia?